Il blu all’orizzonte era marezzato di spuma, il vento incideva il mare di onde e a noi si era scatenata una gran fame!
Per cena ci siamo spostati quindi nella parte alta della città, dove in una piazzetta affacciata sul mare svetta una torretta medievale “sorretta” da un elefante rosso. Un elefante rosso? Se fossero state allucinazioni forse erano da fame, perché di vino non ne avevamo ancora bevuto. Uno sguardo veloce alla linea di oriente per ammirare il panorama e poi via finalmente al ristorante.
Avevamo prenotato qualche giorno prima e il ristoratore gentilissimo, alla nostra insistente richiesta di informazioni in fatto di accessibilità, ci aveva addirittura inviato un filmato con le riprese dello scivolo all’entrata. Che dire, non ci restava che sederci a tavola e far volare l’aquilone del gusto. Scegliamo quindi il menu degustazione, che fa tanto turista eno-gastronomico pronto a tutto.
E infatti, si materializzano sapori che non avevo mai osato desiderare, come il gelato alla cipolla, la tempura di pollo ai peperoni o l’uovo all’ortica iniettato di visciole. Le papille gustative vanno in piacevole confusione su questa montagna russa di sensazioni che correvano dal freddo al bollente, dalla grassezza alla sapidità.
Per il vino, non conoscendo la play list dei piatti, ci affidiamo al ristoratore, che come proposta iniziale agita per noi un rifermentato col fondo, rosè di montepulciano, Cantina Fontorfio. Dal colore velato, quasi cupo, e i profumi pastosi, questo vino sorprende invece il palato con una freschezza, un’agilità di frutti rossi e una carbonica leggermente appuntita che non ti aspetti.
Con il secondo, un coniglio alla marchigiana nella sua espressione porchettata più elegante, il gentile oste apre un Montepulciano d’Abruzzo del 2013: Perla nera di Chiusa Grande. Dandogli il tempo di aprirsi, questo vino tira fuori dal cilindro profumi di frutti rossi, cioccolato, liquirizia, e accenni di vaniglia. Morbidezza e corpo caratterizzano questo vino dall’aspetto compatto e dal finale lento.
Che siamo appassionati di vino forse si capisce in fretta, fatto sta che il ristoratore vuole farci assaggiare un’ultima chicca, come dice lui. Secondo me ha disturbato un neonato dalla culla, ma potrei mai tirarmi indietro davanti all’offerta di assaggiare un vino in più?! Pronti assaggiamo questo 2018, vinoso e generoso. Tannico, inebriante di profumi spettinati e porpora di gioventù, quest’ultimo calice ha coronato una bella serata all’insegna del relax da inizio vacanza. Il vino è dell’azienda agricola Massetti Francesco e se gli si lascia il tempo di riposare in bottiglia secondo me farà molta strada. Me lo segno e ripasso tra qualche anno.
Abbiamo finito con un dolce che non ho capito bene, a base di crumble di yogurt (??), melone e zenzero, ma in occasioni del genere capire non è importante, godere sì, quello è fondamentale.
Tutto questo succedeva a San Benedetto del Tronto. Ristorante La Degusteria, del Gigante.
